Perverso e paranoico raccoglie i testi che Salvador Dalí scrisse negli anni trenta, i più decisivi per la definizione della sua poetica surrealista e per la sua maturazione artistica. Ne nasce l’autoritratto della più grande «mente immaginativa del secolo scorso», che illumina di luce nuova le sue opere – ma anche il suo pensiero sul rapporto fra arte e politica, sul sesso e sulla religione, sulla scienza e sulla psicoanalisi –, l’amicizia con Luis Buñuel e Federico García Lorca, il tormentato sodalizio artistico con i surrealisti e la passione per il cinema e la fotografia.
L’ossessione, il sogno, l’estasi, il delirio: l’irrazionalismo è il più fertile dei fattori espressivi e creativi grazie al metodo paranoico-critico, vera e propria chiave di volta del percorso di Dalí. Nel suo universo artistico ogni rigida distinzione intellettuale, ogni comoda categoria pratica, persino il più ovvio rapporto di causa-effetto sembra implodere e dichiararsi «altro» da sé. L’inorganico trapassa improvvisamente nell’organico, istinto sessuale e istinto alimentare si fondono, mentre Freud e Einstein vengono eletti degni successori di maghi e alchimisti per aver dimostrato – ciascuno a modo suo – che la materia è instabile.
Ci vuole un «genio» – un genio che, inutile dirlo, Dalí identifica con se stesso – per portare a termine l’aspirazione alchemica prima: mostrare, proprio attraverso una radicale, mistica trasmutazione della materia, come sia possibile perseguire un analogo cambiamento di coscienza: un’«estasi», cioè uno stato nel quale «ogni giudizio cambia in modo sensazionale», e da cui solo può sgorgare l’arte.
Salvador Dalí (Figueres, 1904-1989) è stato un pittore, scultore, scrittore, fotografo e sceneggiatore catalano. Il Saggiatore ha pubblicato Perverso e paranoico (2017).
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